"Le lettere di Giovanni Verga al fratello Mario resteranno in Sicilia, lo afferma l'assessore della regione Sicilia ai Beni culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, accogliendo la richiesta degli intellettuali...." (fonte: http://it.notizie.yahoo.com/adnkxml/20080227/ten-cultura-leanza-l-epistolario-di-giov-0fecfd5.html)
Questo è meraviglioso quanto incredibile, e ci permette di sperare ancora nella cultura e nella conservazione del patrimonio storico, letterario, culturale appunto della nostra esistenza.
Chi non ricorda infatti le ore passate sui banchi di scuola a leggere e commentare gli scritti di Giovanni Verga che ha rappresentato la corrente verista italiana. Verga che ha raccontato e continua a raccontare nei suoi libri, che restano nonostante la scomparsa dell'autore, testimoni di un periodo storico che molti di noi (ormai quasi tutti direi) non hanno vissuto. Raccontano l'Italia di fine '800 e raccontano la storia di fine '800, analizzando la realtà quotidiana del vivere nei suoi scritti.
Ed ecco che arriviamo a i giorni nostri, giorni in cui si parla della "morte" della cultura, dove si inveisce contro la televisione che ci propina trasmissioni inutili e prive di ogni senso culturale e sociale, si inveisce contro la scuola, istigando addirittura i governi a ridurre il numero degli insegnanti nelle scuole perché considerati troppi, mentre secondo me non è sul numero ma solo sulla qualità dell'insegnante che bisognerebbe intervenire, ecco come dicevo che arriviamo ai giorni nostri, nei quali apprendiamo che nella famosa casa d'aste Christie's, sede di Parigi, ci si appresta a "vendere" al migliore offerente le lettere scritte da Giovanni Verga al fratello Mario.
Vi direte: "bello, così qualcuno le può conservare tutte insieme....." "No" vi rispondo io "perchè tali documenti (come già avvenuto in passato) si possono vendere anche separatamente".
Questa sarebbe una grossa perdita per la cultura e la storia dell'uomo. I soldi comprano la cultura per metterla sotto chiave, lontana dai filologi che volessero studiarla, lontana dagli studiosi che volessero impararla, lontana dagli occhi dei Siciliani che vorrebbero quelle lettere alla Casa Museo di Giovanni Verga, tra le sue cose, o alla Biblioteca Universitaria di Catania, al servizio dello studioso per diventare "patrimonio culturale" e non messi all'asta come pura merce di scambio.
Questo mi fa rabbrividire!!!
Per fortuna l'assessore regionale ai Beni culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, accoglie la richiesta degli studiosi ed è pronto ad avviare una pratica per acquisire le lettere di Verga, e per conservarle dove queste saranno al servizio della cultura e non del denaro.
Certo è che, nonostante tali lettere facciano parte del patrimonio culturale siciliano, la Regione Sicilia le deve comunque acquistare per poterle avere... certo è anche che di soldi in politica se ne sprecano tanti e questi almeno verrebbero spesi per qualcosa di veramente importante..., ma è pur vero che tale patrimonio culturale dovrebbe - senza alternative - tornare in patria GRATIS, perchè è a quella patria, la Sicilia, che appartiene e sempre apparterrà.
Questo è meraviglioso quanto incredibile, e ci permette di sperare ancora nella cultura e nella conservazione del patrimonio storico, letterario, culturale appunto della nostra esistenza.
Chi non ricorda infatti le ore passate sui banchi di scuola a leggere e commentare gli scritti di Giovanni Verga che ha rappresentato la corrente verista italiana. Verga che ha raccontato e continua a raccontare nei suoi libri, che restano nonostante la scomparsa dell'autore, testimoni di un periodo storico che molti di noi (ormai quasi tutti direi) non hanno vissuto. Raccontano l'Italia di fine '800 e raccontano la storia di fine '800, analizzando la realtà quotidiana del vivere nei suoi scritti.
Ed ecco che arriviamo a i giorni nostri, giorni in cui si parla della "morte" della cultura, dove si inveisce contro la televisione che ci propina trasmissioni inutili e prive di ogni senso culturale e sociale, si inveisce contro la scuola, istigando addirittura i governi a ridurre il numero degli insegnanti nelle scuole perché considerati troppi, mentre secondo me non è sul numero ma solo sulla qualità dell'insegnante che bisognerebbe intervenire, ecco come dicevo che arriviamo ai giorni nostri, nei quali apprendiamo che nella famosa casa d'aste Christie's, sede di Parigi, ci si appresta a "vendere" al migliore offerente le lettere scritte da Giovanni Verga al fratello Mario.
Vi direte: "bello, così qualcuno le può conservare tutte insieme....." "No" vi rispondo io "perchè tali documenti (come già avvenuto in passato) si possono vendere anche separatamente".
Questa sarebbe una grossa perdita per la cultura e la storia dell'uomo. I soldi comprano la cultura per metterla sotto chiave, lontana dai filologi che volessero studiarla, lontana dagli studiosi che volessero impararla, lontana dagli occhi dei Siciliani che vorrebbero quelle lettere alla Casa Museo di Giovanni Verga, tra le sue cose, o alla Biblioteca Universitaria di Catania, al servizio dello studioso per diventare "patrimonio culturale" e non messi all'asta come pura merce di scambio.
Questo mi fa rabbrividire!!!
Per fortuna l'assessore regionale ai Beni culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, accoglie la richiesta degli studiosi ed è pronto ad avviare una pratica per acquisire le lettere di Verga, e per conservarle dove queste saranno al servizio della cultura e non del denaro.
Certo è che, nonostante tali lettere facciano parte del patrimonio culturale siciliano, la Regione Sicilia le deve comunque acquistare per poterle avere... certo è anche che di soldi in politica se ne sprecano tanti e questi almeno verrebbero spesi per qualcosa di veramente importante..., ma è pur vero che tale patrimonio culturale dovrebbe - senza alternative - tornare in patria GRATIS, perchè è a quella patria, la Sicilia, che appartiene e sempre apparterrà.
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